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Riflessioni sui Linux Day 2023

Grazie al buon giomba del GOLEM sono venuto a conoscenza di un documento redatto da Italian Linux Society insieme agli organizzatori dei vari Linux Day, che tira le somme della manifestazione, illustrando cosa ha funzionato nella varie edizioni del 2023, cosa no, quanti hanno partecipato e quali sono stati i costi.

Per coloro che non lo sapessero il Linux Day è una manifestazione italiana indetta da ILS, dedicata alla promozione e alla diffusione del software libero e del sistema operativo GNU/Linux. Si svolge una volta all’anno. La natura della manifestazione è decentralizzata e locale: varie associazioni sul territorio decidono di organizzare indipendentemente una giornata di interventi e/o laboratori a tema software libero e GNU/Linux e al pubblico non resta che scegliere dove recarsi per partecipare a una grande festa sparsa in tutta Italia, dove l’informatica libera è la protagonista. In passato ILS stabiliva un tema che gli organizzatori avrebbero potuto affrontare nei loro interventi. Era più un suggerimento che un obbligo.

Nel 2023, a distanza di circa dieci anni, il FLUG è tornato a partecipare al Linux Day, organizzando il giorno di GNU/Linux alla biblioteca di Signa, insieme al gruppo di Empoli. Non eravamo a conoscenza del documento che ILS ha redatto, ma l’ho letto con interesse, una volta segnalatomi. Da qui lo spunto per questo articolo.

Partiamo con un confronto semplice: la manifestazione organizzata a Signa non è stata la meno frequentata, visto che questo primato spetta a quella di San Donà, con soli dieci partecipanti contro la nostra media di trenta. Non che la quantità di persone conti qualcosa e, sebbene il migliaio di partecipanti del Linux Day a Pordenone, o i trecento a Milano, o ancora i quattrocentocinquanta a Fermo, siano dei numeri che impressionano, non dobbiamo mirare alla quantità e basta. Lo scopo della manifestazione e del Firenze Linux User Group è quello di promuovere il software libero, le libertà digitali e in generale un’informatica libera. Per fare ciò dobbiamo parlare ai cuori e alle menti delle persone. Avere un gran numero di spettatori non corrisponde all’essere riusciti a trasmettere quei messaggi con successo. Meglio meno, ma mantenendo i valori alla base del movimento centrali nella comunicazione, soprattutto se per attirare pubblico ci si allontana dal fulcro della questione, che è politica e non meramente tecnologica. Ammesso che la tecnologia possa essere davvero apolitica.

A questo proposito mi ha colpito il tentativo politicamente esplicito della manifestazione di Palermo di sfruttare il Linux Day come trampolino per richiedere al parlamento regionale l’uso del software libero, attraverso una lettera aperta di SputniX. L’evento di Palermo è stato davvero in grande stile, addirittura della durata di tre giorni e con un ospite celebre come John “maddog” Hall. L’evento ha ricevuto copertura dalla stampa, con tanto di conferenza apposita organizzata per intervistare l’ospite d’onore. Quella di Palermo non è stata l’unica manifestazione di più giorni, come quella di Pordenone, di due giorni.

Nonostante l’edizione di Milano possa definirsi un successo, pure dal punto di vista economico, grazie alle entrate abbondanti degli sponsor, non mi convince la loro idea riguardo al posizionamento strategico degli interventi: ovvero mettere quelli importanti all’inizio. Chi decide qual è un intervento importante? Perché dovremmo proporre interventi che consideriamo di serie B? Così non rischieremmo di trattare i relatori in maniera ineguale? Di sicuro un buon posizionamento degli interventi migliora il ritmo della giornata, però non sono certo che considerare alcuni interventi importanti e altri no sia un buon modo per organizzare una manifestazione sulla libertà. Ho apprezzato di più l’idea delle foto di gruppo, che non abbiamo fatto nonostante avessimo un fotografo ufficiale in gamba, anche se bisogna scrivere che la scarsa illuminazione del nostro ambiente mal si prestava alle fotografie.

Tra i problemi che mi hanno colpito maggiormente c’è l’annosa faccenda del ricambio generazionale. Non sono sicuro che la scarsa presenza di ragazzini sia per forza un problema. Di sicuro diventa un problema pratico quando gli organizzatori crescendo sono più impegnati a causa della famiglia o del lavoro, o invecchiano, o muoiono; o più semplicemente quando certe idee non interessano a una generazione e si rischia di perderle. L’eterno dilemma generazionale c’è in ogni ambiente, solo che per la velocità con la quale cambia l’informatica ci siamo trovati ad affrontarlo prima di quanto pensassimo. Nessuno si stupisce che i quindicenni del 2023 non abbiano un interesse per i giochi di carte come pinnacola. Tuttavia i giochi di carte non si sono estinti e difficilmente spariranno mai, sono solo passati di moda e diventati di nicchia. L’informatica non è più di moda da almeno dieci anni e il software libero ancora meno. Anzi il software libero non è mai stato di moda. Per un periodo lo è stato Linux, ma di certo non il progetto GNU. Basta leggere la biografia di Richard Stallman o la sua raccolta di saggi per rendersi conto che questi argomenti sono sempre stati ritenuti di nicchia. Di conseguenza non mi aspetto che una manifestazione come il Linux Day attiri intrinsecamente persone giovani, bensì persone interessate a questi temi. In realtà, all’edizione di Signa erano presenti svariati ragazzi, dato che dei professori sensibili alla materia e relativamente giovani avevano portato una scolaresca ad assistere alla parte mattutina dell’evento. Tuttavia, sebbene tale fatto abbia contribuito a diminuire l’età media del pubblico, chiunque sarà concorde nel considerare questa partecipazione come virtuale, dato che non sappiamo se quei ragazzi si siano divertiti e soprattutto se sarebbero venuti, senza l’obbligo della scuola. Il software libero, i diritti digitali e in generale un’informatica libera sono temi che sono e saranno fondamentali nella vita di tutti. C’è bisogno di ragazzi che se ne interessino. Per fare ciò una possibilità è collaborare con le scuole, invitandole o portando la manifestazione nelle classi, senza far sentire la nostra presenza come l’ennesima imposizione noiosa della discutibile autorità scolastica. Forse un modo potrebbe essere parlare di tematiche tangenti ai videogiochi, che sono un argomento piuttosto noto agli adolescenti. Oltre a essere presenti nelle scuole, altri LUG suggeriscono di corteggiare gli universitari e le comunità più giovani, come quella di Python a Torino. Potrebbe funzionare, però potrebbe pure rivelarsi un’arma a doppio taglio, col rischio come scritto di sopra di allontanarsi dai valori originali dell’evento e del gruppo. Di certo un ricambio generazionale al FLUG c’è stato, seppur piccolo, visto che io che sto scrivendo questo articolo e che ho in parte organizzato il giorno di GNU/Linux ho ventotto anni. Inoltre alla manifestazione abbiamo conosciuto un ragazzo più giovane di me.

Alcuni gruppi hanno avuto difficoltà a documentare bene l’evento. Nel nostro piccolo possiamo dire che non abbiamo riscontrato questo ostacolo, anche se è d’obbligo specificare che l’organizzazione era composta da due persone. Quindi è stato molto facile coordinarsi e altrettanto informale.

Per il prossimo anno mi piacerebbe attrezzarci per riprendere gli interventi come in molti hanno fatto, spesso sottovalutando l’onere di tale scelta. L’ideale sarebbe pubblicare il testo degli interventi che è il modo migliore per preservare la conoscenza, sia per quanto riguarda lo sforzo richiesto che per la flessibilità del risultato. Un video o un audio sono più difficili da processare, indicizzare e ricercare in seguito, senza contare gli impedimenti di accessibilità. Il testo è fatto per durare ed è economico da conservare, per tutti!

Magliette, adesivi e gadget vari vengono menzionati nel documento redatto da ILS e dagli organizzatori dei vari Linux Day come fattori positivi che contribuiscono alla buona riuscita dell’impresa. Per quanto siano carini e per quanto avessimo richiesto pure noi le chincaglierie di ILS, non vale la pena concentrarsi su questo aspetto. Ciò che davvero conta, oltre a proporre degli interventi interessanti, è disegnare una bella locandina o un volantino, e su questo fronte noi eravamo coperti grazie all’aiuto di una strepitosa amica grafica. In più tutti quelli oggetti usa e getta spesso sono di plastica e di fatto contribuiscono a inquinare, rispetto all’effimero piacere che potranno mai procurare.

L’ultima considerazione, non certo per importanza, riguarda l’aspetto economico, che nel caso del giorno di GNU/Linux a Signa è stato assente. Non siamo stati in grado di raccogliere donazioni significative, a meno che non si considerino i due euro, di cui è quasi più imbarazzante ammettere che rappresentano il totale delle nostre entrate, piuttosto che dimenticarsene. Almeno siamo tra le manifestazioni più economiche, visto che le nostre spese ammontano a circa venti euro, corrispondenti alla piccola merenda che ho deciso di offrire sia mattina che pomeriggio. Tante associazioni sono riuscite a ottenere dei finanziamenti da delle aziende. Non so se il prossimo anno intraprenderemo quella strada, visto che il Comune di Signa si è offerto di pagare i volantini e che le nostre spese sono state ridotte all’osso. Ho la sensazione che al FLUG piaccia l’indipendenza e non so come il gruppo potrebbe prendere un finanziamento esterno di un’azienda. Ovviamente sarebbe da valutare la richiesta dell’azienda nello specifico. Invece cercherò di usufruire o dei rimborsi spesa di Italian Linux Society o del microgrant di Wikimedia Italia, che mi sembrano modi di ottenere dei finanziamenti in linea coi nostri obiettivi.

Concludendo, la lettura del documento in cui ILS e gli organizzatori dei vari Linux Day hanno fatto il punto delle manifestazioni è stata interessante: mi ha fornito degli spunti, tra i quali l’invitare ospiti rinominati del campo e che dobbiamo migliorare la raccolta dei fondi per sostenere l’attività; e mi ha convinto che abbiamo agito bene nel mantenere l’evento vicino ai suoi valori fondanti. Non sono preoccupato per il ricambio generazionale o l’affluenza di pubblico. Il FLUG riuscirà a parlare di software libero con successo in futuro, grazie alla pazienza, alla tenacia e al supporto del GOLEM.


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