L’anno scorso fummo sorpresi dal successo del giorno di GNU/Linux alla biblioteca di Scandicci, malgrado i modesti mezzi e i tempi ristretti per l’organizzazione. Al contrario quest’anno abbiamo fatto le cose in grande e per tempo. Infatti il risultato non è mancato, cionnondimeno vale la pena di analizzare il nostro operato.
Il rinato PLUG ha deciso di coordinare gli sforzi per riunire più LUG toscani possibili nel bellissimo auditorio di cui dispone la loro nuova sede. Verso inizio giugno abbiamo iniziato a ritrovarci da remoto per discutere dell’evento. Come l’anno scorso i LUG partecipanti sono stati quello di Prato, Firenze, Empoli e Lucca. Tuttavia la partecipazione alle riunioni è stata altalenante per non scrivere scarsa, un po’ causa l’orario infelice e un po’ per il numero eccessivo dei ritrovi. Ci siamo impantanati nella burocrazia autoimposta di alcune decisioni che sarebbe stato meglio gestire in autonomia e in maniera più snella, per poi presentare un resoconto stringato. Sempre riguardo i resoconti, lamento la mancanza di trasparenza effettiva: sebbene siano state usate delle segnalazioni pubbliche sul GitLab del PLUG per tenere traccia del da farsi, ho trovato il risultato dispersivo e che invogliasse meno a partecipare coloro che non potevano unirsi alle riunioni, piuttosto che un resoconto scritto da pubblicare alla fine di ogni incontro. Senza contare che alcuni dettagli organizzativi non sono stati pubblicati perché ritenuti privati.
Nonostante le critiche, per onestà intellettuale è bene evidenziare che la manifestazione è stata un successo, di cui tutti i partecipanti erano entusiasti. In primo luogo per le tantissime persone che sono venute, non stenterei a credere che nei picchi si sia sfiorato il centinaio, contando una trentina proveniente dai LUG più il pubblico esterno. In secondo luogo il pubblico si è mostrato interessato e piuttosto variegato, anche se carente di sesso femminile. L’organizzazione ha funzionato pure nelle proposte che reputavo sarebbero state meno fortunate. Sia il pranzo al sacco che il CoderDojo sono stati accolti con favore dal pubblico, insieme alla merenda consumata dai bambini del CoderDojo. Il PRISMA, la sede del PLUG, si è rivelata prestigiosa e comoda, come volevasi dimostrare in seguito all’entusiasta benedizione del FLUG e del GOLEM, quando tempo addietro facemmo la pizzata d’inaugurazione al PLUG.
Purtroppo posso scrivere poco delle presentazioni, dato che sono quasi sempre stato all’accoglienza. Mi dispiace che ne abbiamo rifiutate tante. Avremmo potuto coprire l’intera mattinata o fare due eventi. Mi hanno riferito che nella sala due alcuni relatori non si udivano bene, poiché in quella sala non disponevamo di un sistema audio. A dire il vero abbiamo avuto lo stesso problema l’anno scorso. Forse dovremmo dotarci di una cassa portatile con microfono per le emergenze. Quest’anno avevamo deciso di avere due sale in contemporanea. Non sono sicuro che mi piaccia obbligare il pubblico a scegliere tra due relatori, però sono certo di non condividere la nomenclatura adottata. Ci sta che non a tutti interessino gli stessi argomenti, ma definire gli interventi in una sala “tecnici” e gli altri “generali” è fuorviante: sarebbe come asserire che alcuni problemi sono meramente tecnici e non hanno un impatto sui non tecnici, mentre altri sono temi che riguardano tutti e che non possiedono un risvolto tecnico. Il lettore critico potrebbe farmi notare come quelle etichette potrebbero non riferirsi al soggetto trattato, bensì allo stile della trattazione. Anche se così fosse, la distinzione rimane tutt’altro che netta: infatti la presentazione di Tommaso Colella sulla scelta di un motore di ricerca alternativo includeva delle informazioni tecniche su come fare quanto raccontato, ma anche varie riflessioni generali sullo stato attuale dei motori di ricerca e di come il loro funzionamento stia fagocitando i siti di notizie. Invece la presentazione di Jonathan Battiato aveva sì una trattazione generalista, ma l’argomento della storia dell’open source a Prato, con un occhio di riguardo alla comunità di PostgreSQL, era sia inadatto a concludere la giornata che più appetibile per gli addetti ai lavori. Lo stesso per certi versi potrei scrivere della celebrazione dei venti anni del Progetto FUSS, a cura di Simone Piccardi del FLUG, che illustrava sia le sfide sistemistiche affrontate dal progetto che il tema di ampio respiro dell’efficacia del software libero nelle scuole. Con ciò non voglio attaccare coloro che hanno stilato la scaletta, tra i quali rientra chi sta scrivendo, voglio sottolineare la futilità di spartire gli argomenti tecnici e non, quando basta alzarsi, fare pochi passi, e provare ad ascoltare se l’altro relatore c’incuriosisca di più, superando così preconcetti inutili.
Un altro successo senza precedenti recenti è stato l’incasso, con ben centosessantanove euro di donazioni libere. L’importo delle donazioni ha coperto oltre la metà delle spese, visto che l’evento ha avuto un costo di circa trecento euro, sovvenzionato almeno in parte dall’Italian Linux Society. Di questi trecento, duecento euro sono stati impiegati per spese comuni suddivise tra i gruppi che hanno partecipato. Il FLUG ha contribuito con cinquanta euro. Purtroppo i fondi sono stati un motivo di leggero conflitto, soprattutto all’inizio delle riunioni, quando vennero proposte collaborazioni con aziende in antitesi al software libero con l’obiettivo di finanziare la manifestazione. Infine è inutile negare che la scelta di pagare per la pubblicità su Facebook e Instagram, intrapresa da alcuni LUG, abbia fatto mugugnare tutti al FLUG.
Terminate le presentazioni, il nostro tesoriere Mattia ha scovato una tavola calda cinese verace nei meandri del ghetto di via Pistoiese. Alla cena a base di spaghetti in brodo erano presenti più di venti persone.
In conclusione un successo. Meno male, temevo che le divergenze potessero rovinare lo sforzo e demoralizzare il rinato PLUG. Non so se il prossimo anno lo rifaremo insieme, prima di tutto perché avevamo abbastanza proposte da fare almeno un evento e mezzo e poi poiché confesso che almeno io preferisco dedicarmi a progetti meno ambiziosi, sia perché mi piace la natura decentralizzata del Linux Day, sia perché non m’importa del valore aggiunto di una manifestazione grande, rispetto ai vantaggi di un evento semplice come i due passati. Inoltre mi dispiace che a Lucca non organizzino niente, soprattutto dopo le difficoltà che hanno avuto con la sede. Magari il prossimo anno alcuni di noi potrebbero andare in delegazione a Lucca, per aiutarli a fare un evento locale! Complimenti a tutta l’organizzazione, in particolare ad Alessandro del PLUG che si è sobbarcato gran parte della fatica.
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